La visita era in programma da tempo, ma assume ancor più valore dopo la crisi in Israele, che ha improvvisamente complicato lo scenario sul tema dell’approvvigionamento energetico con il pericolo che paesi dell’area islamica possano ridurre le proprie diponibilità sulle forniture di petrolio e gas verso l’Europa e in particolare l’Italia.
Lo scenario ha quindi reso ancor più delicata la visita di Giorgia Meloni in Mozambico e Congo, la seconda missione della premier italiana nell'Africa subsahariana dopo quella in Etiopia ad aprile. I rapporti con l’Africa rappresentano una priorità per il governo Meloni, ma la situazione ha spinto la premier a ridurre il programma originario, concentrando gli incontri in una sola giornata.
Sul tavolo ci sono questioni urgenti come i flussi migratori, che partono proprio dall’Africa sub sahariana, ma anche la costruzione di rapporti stabili con i governi dei paesi africani, per partecipare allo sviluppo dell’area.
L’energia e le fonti energetiche sono uno dei temi principali: da una decina d’anni in Mozambico è iniziata l’estrazione di gas da una serie di giacimenti, fra cui il Coral South, che attualmente producono circa 3,4 milioni di tonnellate all'anno di gas naturale liquefatto.
L’Eni, presente accanto alla Premier all’interno della delegazione, opera nel paese da tempo e sta lavorando a un secondo progetto di produzione e liquefazione di gas. Non mancano però i problemi, non da ultimo quello dell’instabilità del paese.
Di questo Meloni parlerà con il presidente della Repubblica, Filipe Jacinto Nyusi, in seguito è previsto un colloquio con alcuni esponenti della cooperazione allo sviluppo che operano nel Paese.
Nel pomeriggio la Premier si trasferirà nella Repubblica del Congo, a Brazzaville, dove incontrerà il presidente Denis Sassou Nguesso.
Alessandro Martegani