Gli italiani sanno ancora apprezzare l’attesa e la sorpresa del Natale. È quanto emerge da un‘indagine realizzata da Raffaele Mantegazza, professore di pedagogia generale dell’Università di Milano Bicocca, in collaborazione con Hasbro, la terza più grande società produttrice di giocattoli al mondo.
Lo studio ha coinvolto 1.117 nuclei familiari, per capire se i giorni che precedono la vigilia di Natale e l’apertura dei regali siano vissuti con sana impazienza, e i dati rivelano che sette bambini su dieci confermano di vivere ancora con intensità e desiderio il tempo dell’attesa.
Guardando ai nuclei familiari, l’attesa del momento dell’apertura dei regali viene avvertita positivamente e in modo collettivo nel 56 per cento dei casi, condividendo i momenti di divertimento tutti insieme, mentre gli adulti vivono l’attesa in modo meno sereno: il 70 per cento apre infatti immediatamente i regali ricevuti, senza indugiare, solo un adulto su dieci preferisce aspettare, e gustarsi un po’ l’attesa e la sorpresa.
Sempre secondo lo studio la metà degli adulti dichiarano di saper interpretare i desideri espressi dai bambini, riuscendo a piazzare sotto l’albero giocattoli spesso inaspettati, mentre il 61 per cento dei bambini ha comunque le idee chiare e sa già che giochi chiedere.
Mantegazza, nello studio, sottolinea come il momento dell’attesa sia un passaggio fondamentale per l’educazione dei bambini, e come anche agli adulti devono saper rispettare e vivere questo momento insieme ai più piccoli. “Un regalo – spiega - è sempre ritualizzato, ovvero deve sempre essere inserito in un contesto emotivo e affettivo rispetto al quale il tempo ha la sua importanza. Banalizzare il regalo senza circondarlo da una situazione spaziotemporale che lo valorizzi rischia di fargli perdere parte della sua magia. Può e forse deve essere scelto a partire dai desideri del bambino, ma questi desideri possono essere intuiti in modo diretto o indiretto e comunque la tipologia del regalo può sempre causare una sorpresa”.
Alessandro Martegani