Si era appena chiuso il braccio di ferro sui 65 migranti caricato su un pattugliatore della marina militare italiana e sbarcati a Trapani dopo l'intervento del Quirinale, ma una latro e più numeroso gruppo di migranti sta raggiugendo le coste italiane, scatenando la reazione di Matteo Salvini.
Si tratta di 450 persone trasbordate dal barcone su cui stavano attraversando il Mediterraneo su due navi militari, il Monte Sperone della Guardia di finanza e il Protector del dispositivo Frontex. Altre otto sono state portate in elicottero a Lampedusa per motivi sanitari.
Le operazioni sono avvenute nella zona di competenza di Malta, ma le navi stanno facendo rotta verso nord puntando sulle coste italiane, probabilmente verso il porto di Pozzallo nel ragusano. Tanto è bastato per provocare un nuovo scontro fra Roma e La Valletta.
Malta ha assicurato di aver soddisfatto tutti gli obblighi previsti dalle convenzioni internazionali, ma il ministro Salvini ha ribadito che nessuno sbarcherà in Italia: in un colloquio con il premier Conte, già intervenuto nei giorni scorsi sul tema immigrazione, Salvini ha ribadito che alle due navi deve esse data indicazione di fare rotta verso Malta o la Libia, negando la possibilità di concedere l'accesso ai porti italiani.
Sullo sfondo poi rimane anche lo il recente scontro con il Quirinale, che aveva chiesto rispetto per le decisioni dei magistrati nelle indagini nel casi che riguardano i migranti, ma su cui lo stesso Salvini sembra voler far ricadere la responsabilità di aprire i porti alle navi militari italiane cariche di migranti, come avvenuto nel caso della Diciotti.
Sul tema della gestione dell'immigrazione è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, sottolineando la necessità di un piano europeo per affrontare il fenomeno: "L'Italia da sola non può fare nulla se non porre il problema all'attenzione dell'Europa - ha detto -, non è questione di fermare una o due navi, ma di avere una strategia".