Papa Francesco ha esordito nell’intervista andata in onda ieri sera in prima serata nel salotto buono di Rai 3, ridimensionando il suo ruolo, e paragonandosi a tutti quanti che sopportano il peso della vita come o quanto lui. Un’umiltà non forzata visto che il Santo Padre da sempre ha abituato i credenti e il pubblico di tutto il mondo al suo atteggiamento fraterno ed empatico, che in questa occasione ha dimostrato anche nei confronti di quella che sicuramente è una categoria a lui cara: “i migranti”. “Criminale” è, quindi, per lui la politica dei respingimenti dei migranti, di cui ricorda l’odissea infernale, puntellata di violenze e di veri e propri “lager” questa la parola che ha usato per definire i centri di raccolta in Libia.
Un invito ad accogliere e a mettersi d’accordo sulle modalità di distribuzione dei migranti, quello che Francesco rivolge ai paesi dell’Unione europea per poi passare ad altri temi a lui cari come la famiglia, l’ambiente e la pace. La guerra è, infatti, per lui un controsenso della Creazione, visto che è sempre distruzione e perciò le sue critiche vanno contro coloro he se ne fanno promotori e soprattutto contro la “cultura dell’indifferenza”, che fa sì che ci si scordi della situazione terribile in cui si ritrovano a vivere le popolazioni di aree in guerra in tutto il mondo.
Particolarmente incisive le sue affermazioni contro il clericalismo, che definisce una "perversione della Chiesa", frutto della mondanità spirituale che genera rigidità, facendo sì che l’ideologia prenda il posto del Vangelo.
Un’intervista lunga e articolata che secondo alcuni commentatori, però, ha purtroppo evitato di affrontare quelli che sono oggi i temi scomodi legati alla Chiesa, come pedofilia e corruzione negli ambienti ecclesiastici. D’altronde il format della trasmissione che lo ha ospitato è questo e a domande di questo tipo forse Francesco risponderà primo o poi in altre occasioni.
Barbara Costamagna