L’Italia intende attuare “un piano di evacuazione dei collaboratori afghani, degli attivisti e di chi è esposto al pericolo”. Lo ha confermato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, annunciando che un aereo militare italiano arriverà in giornata a Fiumicino con 85 cittadini afghani a bordo, mentre altre 150 persone decolleranno da Kabul con altri due voli a breve.
I passeggeri vengono imbarcati su voli militari provenienti dal Kuwait, per essere poi trasferiti su aerei civili diretti in Italia. Si tratta dell’avvio del “ponte aereo”, operazione denominata “Aquila Omnia”, promesso da Roma per mettere in sicurezza le migliaia di persone che hanno collaborato con il governo locale o con la delegazione italiana nel paese e che ora, nonostante le promesse di dialogo, continuano a temere per la propria vita e rischiano pesanti ritorsioni da parte dei Talebani.
A riguardo anche il premier Mario Draghi ha assicurato che “l'opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. Sul campo – ha aggiunto - ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici che dovranno aiutare l'evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno”.
Draghi ha anche ricordato che i leader europei, accanto alle operazioni di evacuazione, si stanno anche confrontando sull’accoglienza dei profughi, oltre che sulla sicurezza “per prevenire infiltrazioni terroristiche”. Un altro capitolo riguarderà poi il futuro dei rapporti fra l’occidente e i Talebani, che dovrà comprendere anche la difesa dei diritti fondamentali. “In questa grande opera di collaborazione mondiale – ha detto Draghi , entreranno Stati come la Cina, la Russia, l'Arabia Saudita, la Turchia”.
Alessandro Martegani
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