La guerra in Ucraina, ma anche le reazioni di Mosca alle sanzioni decise dai paesi occidentali, stanno avendo un impatto anche in Italia.
Il primo effetto è stato quello sui prezzi dei carburanti e dell’energia, e che a breve termine avranno un impatto anche su molti altri prodotti, e settori come quello dell’acciaio ad esempio, che consuma grandi quantità di energia e sta già avendo ripercussioni. I costi dell’energia elettrica sono quasi triplicati e ci sono anche difficoltà nel trovare materie prime come rottame, ghisa e altri materiali, che arrivano da Russia e Ucraina, o anche legname per l’industria del mobile.
In difficoltà sono già andate tutte le industrie energivore, acciaio, ma anche vetro, ceramica e carta, che rischiano di perdere il treno della ripresa a causa dell’impossibilità di evadere gli ordini e dei costi eccessivi.
L’elemento che però più impatta sui cittadini è il prezzo dei carburanti, ormai diventato insostenibile in Italia: la benzina ha un prezzo medio di 2 euro e 21 centesimi al litro e il diesel 2 e 22, ma ci sono punte per la benzina di 2 euro e 40 centesimi.
Le categorie invocano un provvedimento del governo per bloccare i prezzi e tagliare le accise che gravano sul prezzo dei carburanti nel paese, ma per ora i provvedimenti sono limitati: nel decreto che dovrebbe essere approvato giovedì si prevede una riduzione di 15 centesimi al litro. A testimoniare quanto pesino le accise sul prezzo della benzina c’è la città di Livigno, Comune in provincia di Sondrio e zona extra doganale, in cui non si pagano né Iva né accise su benzina e gasolio e dove la benzina costa meno di un euro e 40 al litro e il diesel 1,25 euro.
Si studiano anche misure per le bollette, con un meccanismo di rateizzazione che permetta di pagare il 50 per cento subito e il resto in dieci rate, e un taglio del costo di elettricità e gas. Al Governo però molte forze politiche chiedono d’intervenire anche sulle speculazioni che sono già in atto, sia sui carburanti, sia su altri prodotti e materie prime che però in realtà non scarseggiano al momento.
La paura dei rincari si estende a molti prodotti, anche alimentari, e sono già partiti ii primi accaparramenti nei supermercati, in particolare per farina, pasta, e cereali, dopo la decisione della Russia di limitare le esportazioni di grano e zucchero.
Alessandro Martegani