Negli ultimi tredici anni, in Italia, sono stati oltre 1.500 i fenomeni climatici estremi, con oltre 780 comuni colpiti e 279 vittime. Tra le regioni più colpite ci sono Sicilia, Lombardia, Lazio, Puglia, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto. Questo è quanto emerge dal report "Il clima è già cambiato" di Legambiente.
Su 1.503 fenomeni estremi dal 2010, 529 sono stati casi di allagamenti da piogge intense come evento principale. Diventano 768 se si considerano gli effetti collaterali di altri eventi estremi, come grandinate ed esondazioni. Ad andare in sofferenza soprattutto le grandi città, come Roma, Bari, Agrigento e Milano.
Una situazione definita "preoccupante" da Legambiente, nel giorno conclusivo della COP27.
L'associazione ambientalista ha chiesto al Governo Meloni e al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica che venga aggiornato e approvato entro la fine dell'anno il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, del quale esiste una bozza ormai dal 2018.
Ad oggi sono 24 i Paesi europei che hanno adottato un piano nazionale o settoriale di adattamento al clima. "Grande assente l'Italia che per altro in questi ultimi 9 anni ha speso 13,3 miliardi di euro in fondi assegnati per le emergenze meteoclimatiche", dice Legambiente, che sottolinea come la media sia di "1,48 miliardi all'anno per la gestione delle emergenze, in un rapporto di quasi 1 a 4 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni".
Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha dichiarato: "Nella lotta alla crisi climatica da troppi anni l'Italia sta dimostrando di essere in ritardo. Continua a rincorrere le emergenze senza una strategia chiara di prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse economiche spese per i danni provocati da eventi estremi, alluvioni, piogge e frane, e non approva il Piano nazionale di adattamento al clima, dal 2018 fermo in un cassetto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica".
Davide Fifaco