Per ora il Movimento 5 Stelle rimane al governo, ma chiede garanzie su alcuni provvedimenti chiave e non nasconde un “disagio” per il fatto che vengano messi in discussione sistematicamente provvedimenti chiave per i grillini come il reddito di cittadinanza o il bonus per le ristrutturazioni delle case.
È questa la posizione di Giuseppe Conte, che ha finalmente avuto l’atteso faccia a faccia con Mario Draghi. L’incontro era stato preceduto da un Consiglio nazionale del partito, che aveva espresso un “forte disagio politico” del Movimento (una componete, diventa maggioritaria dopo l’uscita del gruppo che fa capo a Luigi di Maio, punta decisamente ad uscire dal governo), e avanzato una serie di richieste contenute in un documento consegnato a Mario Draghi dallo stesso Conte.
“Draghi - ha spiegato Conte al termine del colloquio - si prenderà un po' di tempo per valutare le nostre richieste, non mi aspettavo una risposta immediata, non sarebbe neanche stato serio”. “Noi siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo come abbiamo fatto fino a qui in modo leale e costruttivo – ha aggiunto - ma occorre un forte segno di discontinuità”.
Nell'incontro, durato oltre un'ora, Conte avrebbe espresso il disagio per il fatto che il reddito di cittadinanza venga messo “quotidianamente in discussione”, chiesto d’intervenire “a favore di famiglie e imprese”, accanto a un taglio delle imposte sul lavoro, e a una legge sul salario minimo.
Più che con un accordo dunque l’atteso incontro si è risolto con una sorta di tregua armata, anche per sbloccare i lavori parlamentari che negli ultimi giorni erano stati pressocché paralizzati in attesa della decisione dei 5 Stelle.
Draghi ora dovrà valutare le richieste, tenendo conto però della tenuta del resto della maggioranza: la Lega, ad esempio, ha fatto capire chiaramente di non voler tollerare accordi privilegiati fra il governo e i 5 Stelle, ed è pronta a dare battaglia su provvedimenti come lo ius scholae e la legalizzazione della cannabis, che invece vedono un accordo fra Movimento 5 Stelle e Pd.
Alessandro Martegani