Il governo italiano è corso ai ripari ed ha messo nella legge di bilancio 3,8 miliardi di euro per fare in modo che gli italiani non si ritrovino in ginocchio dopo gli aumenti di energia elettrica e gas.
La situazione rimane comunque critica: il caro energia fa tremare molti settori produttivi, in particolare la moda, e centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio. Per questo l'esecutivo si sta già preparando a rafforzare ulteriormente le misure. Gli aumenti per il primo trimestre 2022 decisi dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) segnano un nuovo record rispetto agli aumenti già forti degli ultimi trimestri, ma sarebbero stati ancora più forti senza l'intervento del governo. I nuovi straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all'ingrosso e dei permessi di emissione di anidride carbonica, spiega l'Arera, avrebbero infatti portato ad un +65% per la luce e +59,2% per il gas.
In base a quanto previsto dalla legge di bilancio, l'Autorità ha potuto confermare l'annullamento transitorio degli oneri generali di sistema in bolletta e potenziato il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, consentendo di alleggerire l'impatto su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese.
Le varie associazioni dei consumatori considerano però le misure del governo ancora insufficienti e si appellano anche all'Ue affinché imponga prezzi fissi. Il dossier è ormai da mesi sul tavolo del governo, che finora ha investito 8 miliardi per mitigare questi aumenti, come ha ricordato il ministro della transizione energetica Roberto Cingolani.
Ritornando al settore della moda, secondo il presidente di Sistema Moda Italia, Sergio Tamborini, vi è preoccupazione per la tenuta di tutta la filiera.
Lo stesso Tamborini si appella al governo perché valuti "immediati interventi, in soccorso della seconda manifattura del Paese e per salvaguardare 50.000 imprese e 400.000 addetti, soprattutto cercando di fermare una speculazione che è l'origine primaria di aumenti di questi livelli".
Davide Fifaco