Il bilancio della più grave tragedia della montagna italiana è ancora parziale. Non è chiaro, infatti, quante persone siano effettivamente disperse, al momento si presume siano 13, di cui 3 stranieri, della Repubblica Ceca. Alla conta dei dispersi si devono aggiungere però gli occupanti di quattro automobili presenti al campo base, tutte straniere, che per il momento non si sono fatti vivi. È stato intanto attivato un numero telefonico per segnalare il mancato rientro dei familiari.
La speranza di trovare superstiti dopo il disastro della Marmolada è sempre più esile, con il passare del tempo si fa sempre più complicato anche il recupero di reperti e corpi. I soccorritori devono agire con estrema cautela, si rischiano infatti ulteriori crolli. Alcuni dei dispersi potrebbero essere precipitati nei crepacci lungo la via per la montagna, dovrebbe però essere più semplice il recupero delle vittime nella parte inferiore, tra ghiaccio e detriti.
L'elicottero di emergenza ha compiuto diversi sorvoli della zona. Maurizio Dell'Antonio, del Soccorso Alpino nazionale, ha spiegato che per il momento è possibile agire solo con il sorvolo con droni, non si può invece scavare, "la massa di neve si è talmente consolidata che non si può incidere nemmeno con un piccone".
Il premier italiano, Mario Draghi, giunto a Canazei, ha tenuto un vertice con amministratori e tecnici, e ha incontrato alcuni familiari delle vittime e dei dispersi. "L'Italia piange queste vittime e tutti gli italiani si stringono con affetto", ha affermato. "Questo è un dramma che certamente ha delle imprevedibilità, ma sicuramente dipende dal deterioramento dell'ambiente e dalla situazione climatica”, ha detto ancora Draghi. "Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti" perché una cosa del genere "non accada più in Italia".
Una prima ricostruzione della dinamica dell'incidente fa pensare che a fare da 'scivolo' all'enorme mole di materiale è stato un accumulo di acqua di fusione nella conca sotto la vetta della Marmolada. Nel momento in cui il pezzo di ghiaccio si è staccato verticalmente non aveva appoggio ma, appunto, solo acqua.
E. P.