Il segretario nazionale della Lega, Matteo Salvini, si è detto contento del discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento italiano, ma meno della risposta di Mario Draghi.
Il presidente del Consiglio italiano è stato autore di un intervento piuttosto duro, di condanna verso la ferocia di Vladimir Putin, concluso spiegando che di fronte ai massacri bisogna rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza.
Parole che non sono piaciute al leader leghista, che ha affermato: "Ho apprezzato le parole di Zelensky che sono parole di pace", ha sottolineato subito dopo gli interventi, mentre per quanto riguarda Draghi è stato chiaro: "Quando si parla di armi non riesco a essere felice". E ha insistito: "Chiedo che la diplomazia riprenda il suo spazio". "Speriamo che questa giornata porti consiglio a tutti - ha proseguito ancora Salvini - le armi non sono la soluzione".
Il leader del carroccio ha anche detto di augurarsi che "le parole di Zelensky vengano raccolte da Mosca e dall'Occidente", aggiungendo "non vorrei che altri pensino alla risposta armata, che vuole inviare militari italiani o europei e che finisce che ci portiamo la guerra a casa".
Il senatore leghista spiega ancora che è stata sostenuta una posizione unitaria ma che la risposta militare è sbagliata mentre vanno bene le sanzioni, purché non ricadano sulla povera gente ed infine ha difeso il collega Simone Pillon, che non era presente in Aula perché "a Londra per lavoro", anche se aveva annunciato che non ci sarebbe stato comunque.
L'uscita del segretario della Lega ha provocato però una serie di reazioni sui social, con numerosi commenti che hanno ricordato all'ex vicepremier che in passato ha postato moltissime foto mentre imbracciava armi di vario tipo ed hanno evidenziato anche come alcuni provvedimenti da lui proposti siano molto vicini al mondo dei produttori di armi senza contare le dichiarazioni sulla difesa personale, in seguito ad episodi di cronaca.
L'ennesima giravolta degli ultimi tempi, basti pensare che appena qualche settimana fa Salvini si era messo di traverso all'invio di armi all'Ucraina da parte del governo italiano. "L'Italia non fornisca strumenti letali" aveva detto, salvo poi, a qualche ora di distanza, cambiare versione, allineandosi al governo e votando a favore della mozione che armava il governo di Kiev anche di materiale bellico italiano.
Davide Fifaco