Proprio mentre cresce la preoccupazione per un possibile aumento dei prezzi del frumento, a causa del blocco delle esportazioni dall’Ucraina e dalla Russia, e si cercano fornitori alternativi, la Guardia di Finanza in Italia ha messo a segno un mega sequestro di grano posto in commercio senza rispettare le norme di produzione e vendita.
In tutto i finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi hanno sequestrato in varie regioni italiane oltre 105 le tonnellate di grano duro, in collaborazione con la Società Cooperativa d’Interesse Collettivo Agricolo dei Selezionatori Costitutori, ente che tutela i diritti di proprietà intellettuale sulle varietà vegetali.
Fra le irregolarità riscontrate nel grano venduto in Italia, oltre alla mancanza di certificazioni, anche la vendita irregolare di varietà protette come “Antalis”, “Marco Aurelio”, “Athoris”, “Avispa”, “LG Anubis” e “Tirex”, che venivano miscelate con prodotti meno pregiati: alcune società inoltre non rispettavano gli obblighi in materia di produzione e commercializzazione di varietà certificate di frumento duro, non versando quanto dovuto ai titolari della proprietà industriale. In tutto sono state denunciate cinque persone.
L’operazione è avvenuta in un momento molto critico per il mercato del grano, con quotazioni in salita e molte incertezze per il futuro: secondo il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, tra il 2022 e il 2023 la produzione nel mondo non sarà in grado di soddisfare i consumi, a causa non solo della guerra in Ucraina, dove secondo le ultime stime ci sarebbero quasi 25 milioni le tonnellate di mais e grano bloccate, ma anche di fattori come i cambiamenti climatici e l’aumento della domanda di carne, che riducono gli spazi disponibili per le coltivazioni.
Alessandro Martegani