La convocazione immediata a Roma del presidente dell’Autorità portuale di Venezia, e l’intenzione dichiarata di chiudere alle grandi navi il canale della Giudecca.
Lo scontro fra la Msc "Opera", nave da 275 metri per 65 mila tonnellate di stazza, e un battello carico di turisti, e la tragedia sfiorata, hanno riacceso il confronto sull’opportunità di far passare le navi da crociera nelle laguna di Venezia: una visione spettacolare per i passeggeri, un’occasione di guadagno per le strutture portuali e gli operatori, ma anche un rischio per la sicurezza, per patrimonio architettonico di Venezia e per l'ambiente.
I comitati cittadini contro le navi si sono già mobilitati, attaccando fra gli altri il ministro del trasporti Danilo Toninelli, (il Movimento 5 stelle aveva posto la chiusura della laguna nel programma elettorale), e il sindaco Luigi Brugnaro, in passato favorevole alla presenza dei colossi del mare a pochi metri dal centro di Venezia.
L’incidente sembra aver impresso un’accelerazione a una questione che si trascina ormai da decenni.
"L'incidente al porto di Venezia - ha detto il ministro dei trasporti Toninelli - dimostra che le grandi navi non devono più passare dalla Giudecca. Siamo vicini a una soluzione definitiva per tutelare laguna e turismo".
Il ministro ha anche ipotizzato scali alternativi come Chioggia o San Nicolò, in attesa di una soluzione definitiva, che tuteli sicurezza e occupazione. Fra le ipotesi anche la costruzione di un nuovo scalo collegato con Venezia con barche elettriche. Un piano alternativo però c’è da tempo, per far arrivare le navi, attraverso la bocca di Malamocco e il canale Vittorio Emanuele, e la pazienza della città e del Veneto sembra essere limitata “questo scaricabarile deve finire, poteva essere una tragedia- ha detto il governatore Luca Zaia -. È il ministro dei Trasporti che deve prendere una decisione, e la cosa grave è che manca la sostanza”.
Da Trieste intanto è già giunta la disponibilità del sindaco Dipiazza ad accogliere i colossi del mare, anche in questo caso però i problemi non mancano, sia sul mare, sia a terra, con le rive triestine che non sembrano attrezzate per sostene l’impatto di 10 mila turisti in più ogni fine settimana.
Alessandro Martegani