Il governo italiano, davanti alle critiche della Commissione europea sul ruolo che dovrebbe avere la Corte dei Conti fatte proprie dall’opposizione, si gioca il tutto per tutto. "Riteniamo che (…) la fiducia sarà sicuramente accordata, perché è un provvedimento che serve all'Italia", ha dichiarato Tommaso Foti, capogruppo di Forza Italia, per il quale solo escludendo il controlli intermendi è possibile garantire la conclusione dei lavori previsti nel Pnrr entro la scandenza fissata a giugno 2026. Foti, inoltre, ha bollato come "un'invasione di campo" gli appunti mossi al decreto da parte della Commissione.
Una polemica destinata ad andare avanti, sulla quale è intervenuta anche parte della magistratura e il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. "La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa", ha dichiara dichiarato, è "tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa". Per Melillo, bisognerebbe impiegare al più presto le risorse del Pnrr, ma bisogna "farlo bene, evitando che esse si disperdano nei mille rivoli degli abusi e della corruzione", o peggio, "che finiscano nelle mani della criminalità mafiosa".
Parole che rinfocolano gli animi delle opposizioni, ad esclusione del Terzo Polo, che sin da subito si è dissociato non ritenendo l'iniziativa del governo un colpo di mano. Pd, Alleanza Verdi e Sinistra e M5s hanno invece annunciato battagli contro un'iniziativa che bollano come inaccettabile.
Barbara Costamagna