Foto: BoBo
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Si tratta dell’ennesimo episodio che conferma lo stato di degrado e delle condizioni di vita nelle carceri italiane. Dopo una serie di proteste scoppiate nelle scorse settimane questa volta è toccato al carcere minorile Beccaria di Milano, dove nella notte sono stati appiccati incendi in alcune celle: i detenuti sono stati portati in uno spazio comune e hanno approfittato della situazione tentando la fuga attraverso una porta che sarebbe stata lasciata aperta.
Alcuni ragazzi detenuti hanno anche forzato le porte arrivando fino alla portineria. Ci sono stati anche degli scontri fra i detenuti (in tutto nella struttura sono presenti 58 persone), e gli agenti della polizia penitenziaria, peraltro presente a ranghi ridotti.
Alcuni detenuti hanno tentato di evadere: quattro sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma sono stati tutti rintracciati all'interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità dopo poche ore. Le strade intorno al carcere erano state chiuse, per prevenire eventuali tentativi di evasione.
Negli scontri otto minori sono rimasti feriti e ci sono vari contusi fra agenti e detenuti. Un episodio simile si era verificato il 20 agosto scorso quando cinque agenti di Polizia penitenziaria e tre detenuti erano stati portati in ospedale per una leggera intossicazione.
La nuova rivolta ha riacceso il confronto sulle condizioni delle carceri in Italia, dove ogni anno si registra un suicidio ogni tre giorni, e dove i detenuti vivono in un sovraffollamento costante con strutture inadeguate e fatiscenti.

Alessandro Martegani