Da un punto di vista economico ciò potrebbe indicare un mercato in salute. Il 60 per cento delle aziende è coinvolto nel fenomeno delle dimissioni volontarie, un fenomeno che colpisce in particolare le mansioni impiegatizie, l'82%. Sono sempre di più le persone che rinunciano all'attuale occupazione e che sulle piattaforme di domanda e offerta di lavoro registrano un aumento di iscritti che dichiara di avere un'occupazione al momento della registrazione. Persone che, anche se occupate, sono alla ricerca di un nuovo lavoro e che quindi sono pronti a dimettersi dalla precedente occupazione. Una delle cause è che in Italia spesso le condizioni lavorative e lo stipendio non sono congrui, e se prima si accettava di cedere sulla soddisfazione personale a favore del lavoro oggi non accade più. La ripresa del mercato del lavoro, la ricerca di condizioni economiche più favorevoli e l'aspirazione a un maggiore equilibrio tra vita privata e lavorativa sono le 3 ragioni principali alla base della crescita esponenziale delle dimissioni. Precedentemente vi era una forte cultura del sacrificio ma ora le persone pretendono condizioni lavorative migliori fino a essere disposte a rimanere momentaneamente disoccupate. Con lo smart working numerose esigenze sono cambiate, ad esempio prima la giornata si sviluppava diversamente rispetto al lavoro da casa, più agile e flessibile. Il ritorno al regime ordinario può avere creato uno stress tale da preferire l'abbandono del lavoro alla ricerca di occupazioni più in linea con le proprie esigenze.
Franco de Stefani
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