Se il clima sembra aver regalato 48 ore di tregua all'Emilia-Romagna, continua l'emergenza alluvione con vaste aree sott'acqua e continue frane che stanno mettendo in ginocchio l'Appennino. Sale a più di 36.600 il numero degli sfollati, la maggior parte nel ravennate, mentre il numero di vittime accertate è fermo a quota 14, nell'attesa che vengano rintracciati anche gli ultimi dispersi. Giorgia Meloni ha deciso di anticipare il rientro in Italia dal G7 di Hiroshima ed è attesa in Emilia-Romagna attorno all'ora di pranzo per un sopralluogo nelle aree colpite dal maltempo.
Intanto si fanno le prime stime dei danni alle infrastrutture, tra rete viaria e ferrovie, e si è già raggiunta quota 630 milioni di euro. È una prima stima, molto sommaria, tenuto conto che manca gran parte della viabilità comunale. Il dato è emerso dal vertice a Bologna tra il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il ministro ai Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, e il responsabile dell'Interno, Matteo Piantedosi. Ma l'incontro è stato solo un primo passo, in attesa che la premier coordini il lavoro del governo per dare alla regione e alle zone colpite i fondi necessari per ripartire con rapidità. Una buona notizia arriva dal grande sforzo collettivo, grazie a una marea di volontari dalla regione e da tutta Italia che sta aiutando le famiglie più colpite a ripulire le loro case. Secondo Bonaccini quello di cui c'è bisogno è la velocità nelle decisioni, la sburocratizzazione di norme e adempimenti e un Governo che abbia a cuore ciò che è accaduto.
Intanto l'attenzione si sposta nel torinese. Dopo avere raggiunto il livello di guardia di 4 metri di altezza, il fiume Po questa mattina è esondato al confine tra le province di Cuneo e Torino.
Valerio Fabbri