Giorgia Meloni stacca il via libera definitivo al Senato: l’aula ha votato la fiducia con 117 voti a favore 79 contrari e 5 astenuti. Sul risultato non c’erano molti dubbi, ma il dibattito ha permesso di mettere in luce nuovi temi di confronto della legislatura.
Anche a Palazzo Madama le forze opposizione hanno attaccato il discorso programmatico di Giorgia Meloni, ribadendo le critiche alla politica economica della nuova maggioranza, ritenuta incoerente e non definita, così come l’impostazione sulla tutela dei diritti civili e in generale la visione della società italiana di Giorgia Meloni e dei partiti che la sostengono.
Critiche a cui la Premier ha replicato punto su punto: riguardo i dubbi sulla sensibilità ambientale, Meloni ha assicurato di non essere indifferente al problema, ma ha invitato a considerare la questione nella sua globalità. Ha difeso la necessità di consentire l’estrazione di gas in Adriatico, e ricordato che proprio la crisi energetica potrebbe essere, ha detto, un’occasione di rilancio per il sud, che potrebbe sfruttare sue le risorse naturali, come sole e vento, per produrre rinnovabili, sia il fatto che i gasdotti arrivano nelle regioni del sud Italia.
Sulla politica fiscale la Premier ha difeso la scelta di arrivare a un’aliquota unica, da lei chiamata “tassa piatta”, per le partite iva di sotto di un certo reddito, e confermato la volontà di giungere non a una riscrittura, ma una rimodulazione del Pnrr ai nuovi scenari, visto che “è stato scritto in un’epoca in cui non c’erano ancora la guerra in Ucraina e la crisi energetica”. Il governo, ha aggiunto deve far comunque i conti con risorse limitate di cui debba e tener conto : “Forse è un racconto più sincero di quanto è stato fatto in altri tempi in cui si sbandierava e si brindava per l'abolizione della povertà- ha detto riferendosi ai 5 Stelle - è bene che gli italiani sappiano le condizioni che ereditiamo".” Meloni ha anche confermato la volontà di alzare il tetto all’uso del denaro contante, che, ha detto citando l’ex ministro di centro sinistra Carlo Padoan, non ha alcuna relazione con l’evasione fiscale.
Riguardo gli scontri fra le forze dell’Ordine e gli studenti alla Sapienza a Roma, Meloni ha difeso l’operato della polizia, affermando che le forze dell’ordine sono intervenute per rimuovere un picchetto organizzato per impedire ad altri ragazzi di esprimere il proprio pensiero.
La Premier, che non ha replicato ai senatori che accusavano la leader di Fratelli d’Italia di non aver reciso del tutto i legami con la tradizione della destra radicale e del Movimento Sociale, ha chiuso parlando della posizione sulla guerra in Ucraina, che vede Roma allineata all’Occidente e alla Nato, una posizione, ha detto assunta anche nell’interesse della nazione. “L'unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilibrio – ha detto -, a meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all'Ucraina, consentendole di difendersi"
Nelle dichiarazioni di voto c’è stato anche l’attesissimo intervento di Silvio Berlusconi che ha ribadito il sostegno al governo e alla premier, definendo non più rinviabile la riforma della giustizia, assicurando una posizione liberale e rispettosa delle libertà individuali da parte del centro destra, e una politica estera allineata all’occidente alla Nato, in particolare nella crisi Ucraina: una replica alle recenti polemiche sulla sua vicinanza a Vladimir Putin. “Il mio progetto, le speranze di molti, - ha detto ricordando le sue relazioni con Mosca - erano allora quelle di recuperare la Russia all’Europa” contro “il pericoloso espansionismo cinese: purtroppo l’invasione dell’Ucraina ha vanificato questo nostro disegno, perché siamo tornati a prima del 2002, con la Russia isolata dall’Europa e con l’Europa e l’Occidente uniti contro la Russia”.
La senatrice sudtirolese Julia Unterberger ha chiesto rispetto per le comunità linguistiche, che, ha detto, si sentono messe da parte dai continui riferimenti alla “nazione italiana”, che sottintende “un vincolo di sangue e di cultura” che di fatto escludono le altre comunità, e sottolineato anche come il numero di donne nel governo sia fra i più bassi delle ultime legislature, ma ha annunciato l’astensione dopo le parole di Meloni sull’autonomia dei Sud Tirolesi.
Matteo Renzi di Azione - Italia Viva ha invece annunciato un voto contrario al governo, come Pd, 5 Stelle e sinistra - Verdi, esprimendo però disponibilità a dialogare sulle riforme , e criticando soprattutto le altre forze di opposizione per aver lasciato temi del blocco progressista alla destra, ma anche gli esponenti della maggioranza che in passato avevano espresso posizioni contro l’Europa, la Nato, e contrarie a temi sostenuti invece oggi dal nuovo governo.
Alessandro Martegani