
A un anno dalla morte di Alexei Navalny, il principale oppositore del Cremlino, i suoi sostenitori si mobilitano per onorarne la memoria con eventi commemorativi in diverse città del mondo. A Mosca, decine di cittadini hanno iniziato ad affluire al cimitero Borisovskoye per deporre fiori sulla sua tomba, nonostante il rischio di rappresaglie da parte delle autorità russe. Tra i primi a rendergli omaggio diversi ambasciatori europei, tra cui quello italiano, insieme ai rappresentanti di Stati Uniti e Regno Unito. Tuttavia, i sostenitori russi continuano a ricevere avvertimenti dai canali filogovernativi a non recarsi al cimitero, con messaggi che evocano una sorveglianza costante. La vedova di Navalny, Yulia Navalnaya, parteciperà a una cerimonia a Berlino, città dove si sono rifugiati molti oppositori russi. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha voluto ricordare l'attivista, definendolo un simbolo della lotta per la democrazia e la libertà in Russia. Leonid Volkov, ex braccio destro del dissidente, ha annunciato che in tutto il mondo si terranno veglie, marce e proiezioni del documentario a lui dedicato. Nel frattempo, l'opposizione russa, privata della sua guida e segnata da divisioni interne, fatica a mantenere la sua influenza. La maggior parte dei suoi leader è in esilio e chiunque in Russia menzioni Navalny o la sua Fondazione anticorruzione senza dichiararli "estremisti" rischia pene severe, comprese multe e anni di carcere. Navalny è morto il 16 febbraio 2024 in circostanze mai del tutto chiarite nella colonia penale artica di Harp, dove scontava una condanna a 19 anni. La sua famiglia e i suoi alleati ritengono che sia stato assassinato dal regime di Putin, che lo aveva già preso di mira con un avvelenamento da agente nervino nel 2020. Nonostante la repressione, il suo nome e il suo messaggio continuano a ispirare chi si oppone al Cremlino. La mobilitazione di oggi dimostra che, anche a distanza di un anno, il ricordo di Navalny resta vivo, dentro e fuori la Russia.
M.N.