Si tratta di una delle bevande più conosciute al mondo, da una parte indicata come un vizio, dall’altra come un alimento benefico, ma consumato comunque quotidianamente da tre miliardi di persone.
Il caffè, una sorta di rito in Italia per il 95 per cento degli abitanti, è diventato un fenomeno globale e ha celebrato la sua giornata mondiale.
Le iniziative sono state lanciate per la prima volta 5 anni fa dall’international Coffee Organization, per celebrare il prodotto ma anche per richiamare l’attenzione su chi ogni giorno lavora per assicurare ai consumatori la tazzina quotidiana. I contadini, in gran parte donne, guadagnano sempre di meno, un processo che blocca il ricambio generazionale e che, oltre a rappresentare un problema sociale, mette anche a rischio la produzione futura e un patrimonio di esperienza di secoli.
La filiera produttiva in 50 Paesi sta attraversando una grave crisi, con un calo delle quotazioni del raccolto anche del 30 per cento negli ultimi 15 anni, una tendenza che mette a rischio il futuro di 12 milioni di piccoli coltivatori, soprattutto in Africa e sud America.
L’International Coffee Organization ha così organizzato una serie di manifestazioni in 77 Paesi del mondo, dedicate soprattutto alla “sostenibilità economica del caffè”.
Fra le città più impegnate c’è Trieste, da decenni capitale italiana del caffè di qualità, e dove in ottobre si svolgerà il Trieste Coffee Festival, un evento divulgativo annuale promosso da Assocaffè Trieste, che mette in luce con degustazioni, open day e incontri il profondo legame tra la bevanda e la città.


Alessandro Martegani


Foto: EPA
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