Foto: Reuters
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Negli scorsi giorni è stato depositato presso un tribunale federale di Oakland, in California un accordo proposto da Apple per cercare di risolvere una causa aperta da cinque anni che accusa la multinazionale di Cupertino di aver nascosto per oltre un decennio nell'assistente vocale Siri la capacità di registrare conversazioni attraverso iPhone ed altri dispositivi.

Anche quando gli utenti non attivavano l'assistente virtuale con le parole chiave "Hey Siri" sarebbero avvenute delle registrazioni, ovviamente non richieste ed alcune delle conversazioni registrate sarebbero poi state condivise con inserzionisti, per cercare di vendere i loro prodotti a consumatori ritenuti più interessati ad alcuni beni e servizi specifici. Questo quanto si riporta nella causa.

L'accusa di fare da spia contraddice di fatto il costante impegno di Apple per la protezione della privacy dei propri clienti; proprio la battaglia per la protezione dei dati sensibili è sempre stata uno dei principi della multinazionale, che ha sempre definito la riservatezza "un diritto umano fondamentale".

Apple non riconosce alcun illecito nell'accordo, che deve ancora essere approvato dal giudice distrettuale statunitense. Gli avvocati del caso hanno proposto di fissare un'udienza in tribunale il 14 febbraio a Oakland per esaminare i termini.

Se l'accordo venisse approvato, decine di milioni di consumatori in possesso di iPhone ed altri dispositivi Apple dal 17 settembre 2014 fino alla fine dello scorso anno potrebbero presentare richieste di risarcimento. Ogni consumatore potrebbe ricevere fino a 20 dollari per ogni dispositivo dotato di Siri coperto dall'accordo, anche se il pagamento potrebbe essere ridotto o aumentato, a seconda del volume delle richieste.

In base alle stime riportate nei documenti del tribunale, si prevede che solo il 3% -5% dei consumatori aventi diritto presenterà domanda. I consumatori idonei potranno richiedere un risarcimento per un massimo di cinque dispositivi.

Davide Fifaco