Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, la regola cavalleresca della Casa Bianca che raccomanda agli ex presidenti di astenersi sui giudizi verso chi è arrivato dopo, è stata infranta. Da George Washington in poi, nessuno dei 44 presidenti lo ha fatto, limitandosi semmai alle solite frecciatine, la consegna del silenzio è stata infranta da Barack Obama durante un intervento pronunciato all’Università dell'Illinois aprendo la campagna democratica in vista delle elezioni di metà legislatura. Obama ha sentenziato: "Con Donald Trump è a rischio la democrazia". L'ex presidente Usa, lasciando da parte il solito fair play anglosassone, ha sferrato un attacco diretto contro il suo successore. Obama ha descritto Trump come un bullo intento a dividere il Paese e a diffondere un senso di paura e di rabbia in America e nel mondo. Una persona prepotente contro cui gli americani dovrebbero ribellarsi. Obama quindi ha rincarato la dose: "La più grande minaccia per la nostra democrazia e' l'indifferenza e il cinismo". Obama anche parlato di "posta in gioco elevatissima" nel voto di novembre. Le esternazioni vanno ad aggiungersi ai libri rivelazione che si susseguono raccontando episodi sempre diversi, ma con un finale in fondo uguale per tutti: Trump non è in grado di dirigere un Paese. E sulla scia inoltre dell'ultima lettera anonima in cui un alto funzionario del Governo parla di "resistenza silenziosa" nell'amministrazione che lavora sottotraccia per contenere le impennate presidenziali. Si tratta di un attacco pesante a meno di due mesi dalle elezioni con cui gli americani saranno chiamati a rinnovare gran parte del Congresso e determinante per il prosieguo della presidenza di Donald Trump. Da segnale poi un altro attacco, quello della senatrice Elizabeth Warren, senatrice democratica e potenziale candidata alla Casa Bianca nel 2020, che ai microfoni della "CNN" ha invocato il 25-esimo emendamento della Costituzione, quello che permette di "rimuovere il presidente dai suoi incarichi in caso di manifesta incapacità di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio". Ironica, come sempre, la replica di Trump: "Durante il discorso di Obama mi sono addormentato".