In base agli ultimi dati disponibili sulle elezioni anticipate in Israele, il Likud di Benjamin Netanyahu si conferma in prima posizione con 36 seggi e distacca di cinque punti il partito Blu-Bianco di Benny Gantz, fermo a 31. Il blocco di destra in tutto, molto probabilmente, otterrà 60 seggi, quello di centro-sinistra 53, compresi i partiti arabi. Sette seggi invece per Avigdor Lieberman. Manca ancora lo scrutinio del voto dei soldati e dei diplomatici all'estero.
"La più grande vittoria della mia vita", ha affermato il primo ministro israeliano nel suo discorso al partito dopo l'annuncio dei risultati parziali del voto alle elezioni politiche anticipate, le terze in meno di un anno. "Gli israeliani ci hanno dato fiducia perché sanno che abbiamo portato il migliore decennio nella storia di Israele", ha aggiunto Netanyahu. "È stata una grande vittoria per la destra, ma prima di tutto e soprattutto una vittoria per noi uomini del Likud", ha concluso.
Né il blocco di destra né quello di centro-sinistra molto probabilmente non otterranno la maggioranza di 61 seggi su 120 della Knesset. Sembra quindi che lo stallo politico in Israele non avrà ancora fine. È possibile anche che dallo spoglio o dalle trattative con i partiti possa uscire quel seggio che manca attualmente alla destra.
Un altro dato rilevante è l'altissima affluenza registrata in questa tornata elettorale rispetto alle ultime due; è riuscita a sconfiggere l'apatia e la paura del coronavirus. Molto probabilmente gli israeliani si sono recati ai seggi, più che per convinzione, perché stufi del Paese bloccato nell'impasse, con un esecutivo incapace di prendere qualsiasi decisione importante, con gravi conseguenze anche sulla qualità della vita.
Già la campagna elettorale è stata una guerra senza esclusione di colpi tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz condannata dal capo dello Stato, Reuven Rivlin. Secondo le sue parole gli israeliani "non meritano un'altra terribile campagna elettorale che scende a simili livelli".
E. P.