Anthony Blinken, segretario di Stato americano, ha promesso che le evacuazioni di cittadini americani ed afghani non termineranno il 31 agosto, data fissata per il completamento del ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan. Blinken ha spiegato che ci potrebbero essere fino a 1.500 suoi connazionali ancora presenti nel Paese, mentre sono 4.500 quelli già fatti evacuare dal 14 agosto. "I talebani hanno assunto impegni pubblici e privati per permettere un passaggio sicuro per gli americani, per gli altri stranieri e per gli afghani a rischio anche oltre il 31 agosto", ha ribadito Blinken, che ha anche definito "un pericolo concreto" il rischio di un attentato dell'Isis all'aeroporto di Kabul evocato dagli 007 di Washington.
A lanciare l'allarme per la reale possibilità di attacchi dell'Isis sono appunto i servizi di intelligence di Usa, Gran Bretagna e Germania. Il rischio è di incorrere in attentanti suicidi della branca asiatica dello Stato islamico, nemico giurato dei talebani e pronto a creare il caos proprio nel pieno ritiro della Nato.
Blinken ha inoltre ricordato come il ponte aereo in corso sia uno dei più grandi della storia, con i Paesi confinanti che ora stanno valutando se possano avere un ruolo per garantire il funzionamento dello scalo di Kabul quando il contingente americano sarà partito. Del resto, gli stessi talebani hanno chiaramente espresso l'interesse a tenere aperto ed in funzione l'aeroporto.
Il segretario di Stato ha infine spiegato che circa un migliaio di statunitensi potrebbe scegliere di rimanere in Afghanistan; in molti casi si tratta di persone con doppio passaporto, nate e cresciute nel Paese, oppure che hanno progetti da portare avanti. Sulla possibilità che resti una rappresentanza diplomatica Usa in Afghanistan dopo martedì prossimo, il segretario di Stato non si è sbilanciato: "Stiamo studiando diverse opzioni", ha concluso.
Davide Fifaco