Per Johnson è stato fatale l'ultimo scandalo che lo ha coinvolto: quando sono emerse le accuse di molestie sessuali a carico di Chris Pincher, fedelissimo del premier, Johnson ha negato di sapere di tali accuse quando lo ha nominato vice capogruppo dei Tory al Parlamento. Sui mezzi di informazione è però emerso che si trattava di una bugia. Un passo falso che è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: prima il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, e poi il Segretario di Stato alla Salute, Sajid Javid, hanno rassegnato le dimissioni. Nel giro di 24 ore, altri 27 membri del governo, tra ministri, vice ministri e capi di gabinetto, ha seguito l'esempio di Sunak e Javid. L’autorità del premier era stata già gravemente compromessa un mese fa, quando era sopravvissuto a un voto di sfiducia ma aveva visto più del 40% del gruppo parlamentare votargli contro.
Johnson ha provato a resistere e alla fine ha dovuto arrendersi. Secondo diversi fonti vicine ai conservatori, l'attuale vice premier Dominic Raab potrebbe prendere l'incarico a interim in attesa del voto in autunno per la leadership dei Tory. Immediate le ripercussioni sui mercati finanziari: la sterlina ha iniziato a risalire, così come l'indice di Borsa. Per la Gran Bretagna si prospettano mesi di incertezza politica, nel momento in cui la crisi economica morde nel portafoglio della gente e il disagio sociale si estende a macchia d’olio. (a.c.)
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