Ultimo campanello d'allarme prima del baratro: gli scienziati sul clima sono convinti che il mondo dovrà adottare immediatamente "misure senza precedenti" nei settori dell'energia, dell'industria e delle infrastrutture. Inoltre, dovrà limitare il surriscaldamento a 1,5 gradi centigradi. Il surriscaldamento aggiuntivo, anche solo di mezzo grado, potrebbe peggiorare i rischi di siccità, inondazioni, calore estremo e di conseguenza povertà per centinaia di milioni di persone. Lo si evince dal rapporto, lungo oltre 400 pagine, del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico - IPCC - che si è riunito in Corea del Sud.
Sarà quindi necessario limitare il "riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi", se la situazione non cambierà immediatamente questa barriera sarà superata tra gli anni 2030-2052. Sono necessari quindi "cambiamenti rapidi, completi e senza precedenti in tutti gli aspetti della società", dovranno essere immediati anche i tagli alle emissioni in tutti i settori.
Se il mondo riuscirà a raggiungere l'ambizioso traguardo gli effetti sugli ecosistemi e la vita del pianeta saranno meno catastrofici. "Sarà molto difficile, ma non impossibile", ha affermato il presidente dell'IPCC, ma se la Terra ci riuscirà questo impedirà l'estinzione di altre specie, la distruzione dei coralli, entro il 2100 ridurrà anche il livello del mare di 10 centimetri.
Zoran Kus, del dipartimento ambiente e cambiamenti climatici presso il Ministero sloveno per l'Ambiente, ha commentato il rapporto del IPCC sottolineando che per ridurre i danni dei cambiamenti climatici non basta soltanto limitare le emissioni, bisogna invece passare ad una strategia di sviluppo sostenibile.