Nessun riconoscimento ai Paesi vittime della schiavitù dell'Impero britannico. Re Carlo ha riconosciuto un passato doloroso al vertice del Commonwealth in corso alle Isole Samoa ma, ha dichiarato, il passato non può cambiare, si può invece impegnarsi a trarne insegnamento. Delusione di alcune Nazioni che speravano che il monarca potesse utilizzare l'incontro come opportunità di scusarsi per il passato coloniale del Regno Unito. Nel discorso tenuto davanti ai leader delle 56 Nazioni del Commonwealth, dopo avere reso omaggio alla Regina Elisabetta, Carlo ha riconosciuto le preoccupazioni delle ex colonie evidenziando che è fondamentale comprendere la storia per fare le scelte giuste in futuro. Alcune Nazioni caraibiche e africane hanno chiesto a Londra di pagare un risarcimento finanziario per la schiavitù, fonti interne a Downing Street avevano fatto trapelare la possibilità di un taglio del debito e la ristrutturazione delle istituzioni finanziarie per gli Stati vittime della tratta, ma nulla è stato finora deciso. Carlo ha esortato a scegliere all'interno del Commonwealth il linguaggio della comunità e del rispetto e a rifiutare quello della divisione, indicando che è presente una sfida urgente che condiziona tutte le altre, vale a dire la minaccia del cambiamento climatico, chiedendo alle Nazioni azioni per ridurre le emissioni e avviare un'azione decisiva per fermare l'ascesa delle temperature dell'atmosfera, rafforzando la resistenza alle conseguenze. Si tratta della prima volta, dopo 27 vertici, in cui Carlo ha parlato in qualità di leader su questioni urgenti. Il vertice vede in maggioranza ex colonie britanniche, alcuni Paesi dell'Africa e dell'Asia meridionale, dei Caraibi, del Pacifico oltre a Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Franco de Stefani