Foto: Reuters
Foto: Reuters

Roma si trova sotto i riflettori di Bruxelles. Per quale motivo? La Commissione vuole capire meglio la norma per contrastare il caro-voli che è stata approvata dal Consiglio dei ministri qualche giorno fa. Il tutto è iniziato dopo che Eddie Wilson, amministratore delegato di Ryanair, ha contestato il provvedimento, definendolo "ridicolo e illegale, che interferisce con le leggi del libero mercato secondo le norme Ue". Ed è qui che è entrata in gioco la Commissione europea, che ha tempestivamente contattato le autorità italiane, e attende maggiori informazioni sul contenuto della stretta sul caro-voli. Come ha spiegato il loro portavoce, "Bruxelles sostiene le norme per promuovere la mobilità a prezzi accessibili, in linea con quelle del mercato interno" e ha precisato che "la concorrenza sostenibile con un libero sistema di fissazione del prezzo, normalmente è garanzia di tariffe accessibili nel mercato europeo liberalizzato dei trasporti". Il diritto europeo consente obblighi di servizio pubblico con regole sui prezzi solamente in situazioni specifiche, ha continuato il portavoce della Commissione Ue, "per esempio nelle rotte che non sono adeguatamente servite dagli operatori di mercato, come quelle da e per regioni remote come le isole". Per queste circostanze specifiche è stato quindi precisato che ciascun Paese membro "è responsabile della definizione delle proprie esigenze in termini di obblighi di servizio pubblico, entro determinati limiti stabiliti dal diritto dell'Ue" che consente ai governi nazionali l'attuazione di misure che non devono essere in ogni caso discriminatorie, ma proporzionate alle esigenze della regione e dei suoi residenti. A questo proposito, il portavoce della Commissione ha concluso ricordando che l'Italia ha sei rotte operative da e verso la Sardegna, soggette a uno specifico regime che "garantisce la continuità nell'erogazione dei servizi aerei nell'isola".

B.Ž.