Foto: EPA
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Una decisione, quella di Joe Biden, di ritirare Cuba dall'elenco dei paesi sponsor del terrorismo, presa per "incoraggiare i colloqui condotti sotto l'egida della Chiesa Cattolica per la liberazione di un numero importante di prigionieri politici" e di altri che Washington considera ingiustamente detenuti. Il Consiglio di sicurezza nazionale Usa, in un memorandum ha scritto che "gli Stati Uniti mantengono come obiettivo cruciale della loro politica la necessità di più libertà e democrazia, maggior rispetto dei diritti umani e un aumento delle imprese libere a Cuba". Si tratta di un "gesto di buona volontà", precisa il documento.
Immediata la risposta del governo dell'Avana, che ha annunciato il rilascio graduale di 553 prigionieri a seguito di negoziati con la Chiesa Cattolica. Il presidente, Miguel Díaz-Canel, ha informato Papa Francesco di questa decisione in una lettera inviata nei primi giorni di gennaio. La liberazione riguarderà persone condannate per vari reati. Tuttavia, non è stato chiarito se tra i detenuti rilasciati vi siano prigionieri politici.
Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, ha al contempo affermato che Washington ha fatto un passo nella "giusta direzione, ma l'embargo", in vigore dal 1962, comunque "rimane".