Tensione alle stelle tra Stati Uniti e Russia sulla crisi ucraina. Non è servito a una de-escalation l'atteso colloquio tra i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin, durato poco più di un'ora. Colloquio che non ha prodotto alcun cambiamento fondamentale nella dinamica che si denota da alcune settimane afferma un funzionario della Casa Bianca. Biden ha detto a Putin che gli Stati Uniti restano impegnati con la diplomazia ma sono pronti, con gli alleati, anche ad altri scenari. Biden è stato chiaro e ha detto a Putin che se la Russia dovesse invadere l'Ucraina gli Stati Uniti e gli alleati risponderanno in modo deciso e imporranno costi severi a Mosca. Dopo il colloquio tra i due leader, il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yury Ushakov, ha parlato di "picco di isteria" americana. Sul colloquio tra il presidente americano e quello russo, il Cremlino ha detto che i due leader si sono detti d'accordo nel proseguire il dialogo a tutti i livelli. Sempre ieri lungo colloquio telefonico tra Putin e il presidente francese Emmanuel Macron, che lunedì era stato in missione a Mosca. Un dialogo sincero non è compatibile con un'escalation della tensione in Ucraina, ha detto il capo dell'Eliseo. Entrambi hanno espresso la volontà di proseguire il dialogo per garantire progressi nell’attuazione degli accordi di Minsk del 2015 tra Mosca e Kiev, fa sapere l'Eliseo. Centrale nel colloquio anche la sicurezza e stabilità in Europa. Per Putin, le accuse sulle mire in Ucraina sono "speculazioni provocatorie". Da Bruxelles la precisazione che la missione diplomatica dell'UE e quelle degli Stati membri non stanno chiudendo. Restano a Kiev e continuano ad essere operative e a supportare le autorità ucraine, adeguando comunque il personale al nuovo contesto di sicurezza. Lo ha dichiarato in una nota l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, avvertendo a sua volta che ogni ulteriore aggressione militare all'Ucraina avrebbe risposte severe ed estese conseguenze.
Intanto molti paesi europei, Slovenia compresa, invitano i propri cittadini a lasciare l'Ucraina. Il Ministero degli Esteri di Lubiana ha emesso un comunicato in cui consiglia la partenza a causa della situazione imprevedibile nel paese; al contempo sconsiglia viaggi, sempre in Ucraina.
Come si legge nel comunicato i cittadini vengono invitati a lasciare il paese con voli commerciali o con auto private. Il Ministero degli Esteri ha fatto inoltre sapere di essere in contatto costante con l'ambasciata slovena a Kiev, e quest'ultima con gli sloveni che vivono in Ucraina, sono tra 70 e 80. L'invito a rientrare è arrivato nel pomeriggio, ieri mattina il Ministero degli Esteri diceva in una nota che La Slovenia stava monitorando attentamente la situazione in Ucraina, ma non aveva ancora deciso di ritirare i suoi cittadini dal Paese.
La Slovenia è preoccupata per la grande concentrazione di truppe russe nei pressi del confine ucraino e sta seguendo con attenzione gli sviluppi. Lo ha scritto su Twitter il premier Janez Janša il quale ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo ucraino Denis Šmigal. Janša ha espresso "massima solidarietà al paese" ribadendo che l'integrità territoriale è un diritto che vale per tutti gli Stati e che l'Ucraina ha il diritto di scegliere le proprie alleanze. Janša ha inoltre annunciato che entro la fine del mese dovrebbe recarsi in visita a Kiev. Con il sostegno all'Ucraina, ha rilevato, Unione Europea e NATO non tutelano soltanto un paese amico ma anche le fondamenta sulle quali sono state edificate sia l'Unione Europea che l'Alleanza Atlantica.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/Foto: EPA
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