Sulla matrice dell'attacco di martedì mattina il ministero della Difesa russo ritiene l'Ucraina unica responsabile di quello che ha definito «un attentato terroristico». Le autorità ucraine hanno detto di non avere nulla a che fare con quanto accaduto. Secondo un'analisi dei video e delle foto fatta dalla BBC, i droni non sarebbero gli UJ-22 di fabbricazione ucraina, ma al momento non ci sono maggiori informazioni su quali tipi di droni siano.
Quel che è certo è che l'attacco su Mosca, che ha riguardato tre edifici periferici della capitale, è stato compiuto poche ore dopo che Kiev aveva subito un nuovo attacco da parte di droni russi, poco prima dell'alba, in cui era stata uccisa almeno una persona, con i residenti costretti a cercare riparo nei rifugi antiaerei per la terza notte consecutiva. Quello di martedì è stato anche il 17esimo attacco russo su Kiev da inizio maggio: secondo l'esercito ucraino, i droni di fabbricazione iraniana coinvolti nell'operazione sarebbero stati 31, e le forze di difesa ne avrebbero distrutti 29 prima che raggiungessero i loro obiettivi.
Ma Mosca inizia a temere per il suo spazio aereo, trattandosi della seconda incursione in meno di un mese. Nella notte fra il 2 e il 3 maggio, infatti, due droni avevano tentato di colpire il Cremlino, cioè l'insieme dei palazzi nel centro di Mosca dove si trovano tra le altre cose la residenza ufficiale del presidente e la sede di varie istituzioni statali. Allora la Russia aveva definito l'attacco un tentativo di assassinare Putin. Il cielo su Mosca non è più un posto sicuro. Le autorità russe hanno iniziato a installare sistemi di difesa antiaerea sui tetti degli obiettivi considerati sensibili. Ma questo episodio sfugge a questa logica e ha spinto Putin ad affermare che "l'Ucraina sta cercando di intimidire i cittadini russi, motivo per cui si tratta di un'attività terroristica".
Valerio Fabbri