Foto: EPA
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Non è servita la comunicazione sul dimezzamento delle perdite, giunta a poche ore da ritorno in borsa: quella di Evergrande, colosso immobiliare cinese, sulla piazza di Hong Kong, è stata una ripresa delle quotazioni a dir poco negativa.
Evergrande, che nelle scorse settimane aveva confermato di non poter far fronte ai debiti, saliti a più di 300 miliardi di dollari, aveva comunicato, a poche ore dal ritorno in borsa dopo il blocco delle contrattazioni sul titolo che durava dal marzo del 2022, di aver dimezzato le perdite del primo semestre dell’anno, passando da 66 a 33 miliardi di yuan, pari a circa 4,2 miliardi di euro.
Evergrande ha anche dichiarato che i suoi ricavi nel primo semestre del 2023 sono aumentati del 44 per cento, pari a 128,2 miliardi di yuan, ma non è bastato: dopo i primi scambi il titolo alla borsa di Hong Kong ha perso subito quasi l’88 per cento, scivolando a 0,20 dollari di Hong Kong contro una valutazione prima della sospensione di un dollaro e sessanta. Nel corso della giornata ha recuperato leggermente, ma le perdite rimangono pari al 78 per cento.
Un tonfo avvenuto far l’altro in una seduta positiva per la Borsa di Hong Kong, dopo l’annuncio di misure a sostegno della "fiducia dei mercati" decise dalle autorità cinesi, tra cui il dimezzamento della tassa sulle transazioni di titoli.
I guai della Evergrande, colosso del settore immobiliare in Cina, settore che generava un terzo del pil cinese, erano iniziati nel 2021. quando il gruppo dichiarò 300 miliardi di dollari di passività. Ora il debito di Evergrande ammonterebbe a oltre 340 miliardi di dollari ed Evergrande nelle scorse settimane aveva presentato una richiesta di concordato per proteggere i suoi asset offshore.
La ripresa delle negoziazioni è un passo cruciale per la società immobiliare, che cerca di ristrutturare il suo debito offshore: entro fine mese a Hong Kong dovrebbe esse presentato un piano per la ristrutturazione.
Alessandro Martegani