L’aumento del debito e i timori la crescita saranno il tema centrale del tradizionale vertice economico di primavera, che il Fondo Monetario internazionale organizza a Washington da domani al 14 aprile, accanto al Gruppo della Banca mondiale.
Secondo il World Economic Outlook, il rapporto sull'economia mondiale del Fondo monetario, nel 2020 la media del debito nel mondo era intorno al 100 per cento del pil, una quota che dovrebbe restare sopra i livelli pre-pandemia per metà dei paesi.
Il Fondo esprime preoccupazione per i rapporti elevati debito-pil, che coincidono anche con la stretta sul costo del denaro da parte delle banche centrali (con ripercussioni sui tassi che potrebbero far aumentare ulteriormente il debito), e con prospettive deboli di crescita, affermando che "nelle economie avanzate, i tagli alla spesa hanno maggiori probabilità di ridurre il debito piuttosto che un aumento delle entrate, e le chance di successo – aggiunge - migliorano quando il risanamento di bilancio è rafforzate da riforme strutturati che spingono la crescita”.
Nel rapporto si rileva anche come la crescita economica globale resterà intorno al tre per cento per i prossimi cinque anni: un elemento definito “preoccupante" dall’istituzione finanziaria
La direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha sottolineato come “la previsione di crescita a medio termine sia la più bassa dal 1990 e ben al di sotto della media del 3,8 per cento degli ultimi due decenni. Questo – ha aggiunto - rende ancora più difficile ridurre la povertà, sanare le cicatrici economiche della crisi di Covid e fornire nuove e migliori opportunità a tutti”. Georgieva, ha anche ricordato che "la frammentazione" fra le varie parti del mondo si sta accentuando, con conseguenze negative per l'economia mondiale.
Riguardo le politiche sui tassi delle Banche centrali per frenare l’inflazione, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha specificato che “fino a quando persistono limitate pressioni finanziarie ci attendiamo che le Banche centrali mantengano la rotta sulla lotta all'inflazione, ma – ha aggiunto - dove emergano rischi sulla stabilità finanziaria devono intervenire mediante appropriati approvvigionamenti di liquidità”. “La questione chiave – ha concluso - è monitorare attentamente i rischi nelle banche e nelle istituzioni finanziarie non bancarie, così come le debolezze in settori come l'immobiliare”.
Alessandro Martegani