Il governo giapponese a dieci anni dal disastro della centrale nucleare di Fukushima ha deciso di rilasciare nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata impiegata per raffreddare i reattori danneggiati dall'incidente nucleare.
A comunicarlo è stato il premier del paese del Sol Levante Yoshihide Suga, che ha confermato questa iniziativa che nelle settimane precedenti , quando erano state rese note alcune anticipazioni aveva visto l’opposizione dell'opinione pubblica, dell'industria della pesca e dei rappresentanti dell'agricoltura locale. Immediate le critiche dei paesi confinanti, Corea del sud e Cina che hanno chiesto spiegazioni al Giappone esortandolo a non procedere con questa operazione sulla quale sicurezza entrambe nutrono dei dubbi.
Anche Greenpeace Giappone ha condannato la decisione di Suga e del suo esecutivo, denunciando il pericolo di contaminare deliberatamente l’oceano pacifico con acqua radioattiva.
In Europa , nonostante la lontananza, alcuni hanno espresso dubbi a causa della commercializzazione anche sui mercati del nostro continente di prodotti ittici provenienti dal Giappone, che si teme, nel caso questo progetto sia portato avanti, possano risultare radioattivi.
Un pericolo che però gli esperti escludono, visto che la quantità di trizio presente nelle acque riversate si diluirebbe nella massa dell’oceano diventando inerte, e quindi non potrebbe in alcun modo nuocere gli esseri viventi presenti in esso.
Barbara Costamagna