Nella nota adottata al termine della ministeriale di Tokyo, si sottolinea la pretesa di Israele di difendersi, purché tale difesa avvenga in conformità con il diritto internazionale. Il G7 ha affermato che una soluzione a due Stati rimane l’unica via verso una pace giusta, duratura e sicura, in quanto “israeliani e palestinesi hanno lo stesso diritto di vivere in sicurezza, dignità e pace” e inoltre ha messo in risalto la necessità di affrontare la crisi umanitaria a Gaza, impegnandosi a donare ulteriori 500 milioni di dollari al popolo palestinese. Intanto, il governo israeliano ha precisato che le parole del premier Netanyahu, circa il mantenimento della responsabilità complessiva della sicurezza nella Striscia di Gaza, non significa che ci sarà una nuova occupazione dell’enclave palestinese. Il loro obiettivo, come ha spiegato il ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer, “è garantire che la Striscia diventi un’area smilitarizzata con le forze armate israeliane che potrebbero entrare di nuovo in caso di minacce terroristiche”. Tali dichiarazioni hanno acceso uno scontro diretto tra il governo Netanyahu e il suo principale alleato, gli Stati Uniti. Questi si sono detti contrari alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele e hanno chiesto che la Striscia continui ad essere governata dai palestinesi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, è intervenuto dichiarando che “non dovremmo dimenticare quello che è successo un mese fa, quando 1.400 persone sono state massacrate nelle loro case durante un festival musicale”, ed ha così accusato Hamas di avere “intenzioni genocide contro il popolo di Israele”. Anche il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha preso parola rispondendo alle parole di Netanyahu, e ha affermato che una volta finita la guerra, Israele non dovrà rioccupare Gaza. Ne ha parlato al termine del G7 a Tokyo illustrando le aspettative statunitensi per il futuro postbellico a Gaza, anche se, quando gli è stato chiesto un commento riguardo le dichiarazioni del premier israeliano, ha ammesso che potrebbe essere necessario un periodo di transizione.
B.Ž.