Gli insorti talebani sono entrati a Kabul, la capitale afgana è circondata su tutti i fronti. Avviata una sorta di trattativa con il governo, ormai inesistente, per la resa e una transizione pacifica dei poteri, che dovrebbe arrivare entro pochi giorni. I talebani promettono che non useranno le armi, ma nella capitale è panico, con migliaia di civili in fuga. L'ordine è di "attendere alle porte della città, senza entrare", ha detto il portavoce dei talebani. Gli insorti si sono fermati alla periferia della città e sostengono di non voler prendere la capitale "con la forza".
I talebani hanno preso il controllo del palazzo presidenziale, mentre è sotto tiro l'aeroporto della capitale afgana: è scoppiato un incendio. L'allerta è stata diramata dall'ambasciata degli Stati Uniti in Afghanistan che riferisce di spari nello scalo. Giunge notizia che non ci sarà alcun governo di transizione. I ribelli si aspettano un passaggio completo del potere nelle loro mani, pronti a proclamare l'Emirato islamico. Così riferiscono due funzionari talebani. L'opzione di un governo di transizione era stata formulata dal ministro degli interni ad interim.. Il presidente Ashraf Ghani ha lasciato il Paese a bordo un elicottero, diretto in Uzbekistan. Con lui anche i suoi stretti collaboratori. I talebani hanno ordinato ai loro combattenti di evitare violenze a Kabul e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene.
In corso le operazioni per la messa in sicurezza e il rientro del personale diplomatico occidentale. Intanto la Russia ha sollecitato una riunione di emergenza dell'ONU. Secondo il Cremlino, la situazione in Afghanistan resta fluida e il passaggio di poteri ai talebani non è cosa certa. Una soluzione politica in Afghanistan è "più urgente che mai", sostiene dal canto suo la Nato, che ha deciso di mantenere la presenza diplomatica.
Da Papa Francesco arriva l'appello per la fine delle violenze e per una soluzione da trovare sul tavolo del dialogo.
Kabul è stata l'ultima a cadere in mano agli insorti che in precedenza, in una decina di giorni, avevano conquistato tutte le principali città, impadronendosi di obiettivi strategici e nevralgici, come snodi della rete elettrica e delle vie di comunicazione, assumendo inoltre il controllo di tutti i valichi di frontiera. L'aeroporto di Kabul è rimasta l'unica via di uscita dal Paese.
Delio Dessardo