Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha confermato quindi che Washington fornirà bombe a grappolo a Kiev, nonostante i rischi per i civili, che l'Ucraina si è impegnata a minimizzare. "La Russia ha usato munizioni a grappolo dall'inizio di questa guerra", ha precisato Sullivan. "L'Ucraina le ha chieste per difendersi. Riconosciamo che queste armi sono un rischio", ha spiegato, "ma esiste anche un rischio se i russi prendono più territorio".
È stata "una decisione difficile", ha detto il capo dello Stato Usa, Joe Biden. Washington riconosce "i rischi per i civili" nell'uso di questo tipo di armamenti, "per questo abbiamo ritardato", ha spiegato.
La decisione è motivata dalla carenza di munizioni tradizionali occidentali e dai timori sul ritmo della controffensiva ucraina, che procede più lentamente di quanto previsto.
Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ringraziato gli Stati Uniti per il nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev.
Contrario all'uso di bombe a grappolo invece il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. "Il segretario generale sostiene la Convenzione sulle munizioni a grappolo e desidera che i Paesi rispettino i termini di tale convenzione". Lo ha affermato il suo vice portavoce, aggiungendo che "di conseguenza non vuole che ci sia un uso continuato di munizioni a grappolo sul campo di battaglia". Ricordiamo però che Stati Uniti, Ucraina e Russia non aderiscono alla Convenzione.
Gli alleati di Washington hanno reagito con prudenza e senza critiche. Francia e Germania hanno detto che non seguiranno la mossa di Biden; la Nato invece "non ha una posizione sulle munizioni a grappolo". Più espliciti gli attivisti per i diritti umani che hanno esortato gli Stati Uniti ad astenersi dall'inviare bombe a grappolo in Ucraina ed hanno chiesto a Mosca e Kiev di "smettere immediatamente" di usarle.
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