Foto: Reuters
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“Invitiamo tutti i terroristi di Hamas presenti nell’ospedale ad arrendersi”, si legge nel comunicato diffuso via Telegram da parte delle forze armate israeliane, poco dopo l’avvio dell’operazione all’interno della struttura ospedaliera Al-Shifa. All’interno ci sono 600 pazienti in gravi condizioni, dei quali molti bambini, ma è stato messo in chiaro che l’operazione non intende danneggiare i pazienti o il personale medico, in quanto c’era stato un tentativo di evacuazione per tutti quelli che si erano rifugiati all’interno, e inoltre, com’è stato specificato nel comunicato, è previsto il trasferimento di incubatrici, attrezzature mediche e alimenti. Tempestiva è stata la risposta di Hamas, che ha fatto sapere di ritenere Israele e il presidente statunitense Biden pienamente responsabili dell’attacco dell’esercito occupante del complesso medico. “L’adozione da parte della Casa Bianca e del Pentagono della falsa narrativa israeliana che sostiene che la resistenza utilizza il Centro medico Al-Shifa per motivi militari ha costituito un via libera per Israele a commettere altri massacri contro i civili, e a trasferirli con la forza dal nord al sud per continuare il piano dell’occupazione di sfollare il nostro popolo” ha dichiarato Hamas. Gli Stati Uniti non hanno commentato direttamente l’attacco arrivato dall’organizzazione, ma un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha dichiarato che non sostengono gli attacchi aerei contro un ospedale, e che i pazienti al suo interno devono essere protetti. Il ministero degli Esteri dell’Autorità palestinese ha condannato il blitz israeliano, chiedendo un “intervento urgente per proteggere pazienti, operatori sanitari e sfollati”, e considerando l’operazione una “violazione palese del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra”. Intanto, il ministro della difesa israeliano ha confermato che le loro forze armate non fermeranno le operazioni a Gaza finché non verrà completata la missione, ovvero “distruggere Hamas e riportare i loro ostaggi a casa dalle loro famiglie”.

B.Ž.