Dall'indagine preliminare sull'incidente in cui sono morti tre ostaggi israeliani emerge che le truppe di Israele non "hanno seguito le regole d'ingaggio dell'esercito".
Il Times of Israel intanto rivela nuovi dettagli sull'accaduto: i tre giovani erano riusciti a liberarsi da Hamas e uscendo da un edificio con un bastone con stoffa bianca, sono stati individuati da un soldato israeliano. Il militare, ritenendo si trattasse di una trappola di Hamas, ha aperto il fuoco urlando "terroristi" per allertare gli altri soldati, uccidendo quindi due degli ostaggi, uno è invece rimasto ferito ed è rientrato nell'edificio. In quel momento è arrivato l'ordine di cessare il fuoco. I militari avrebbero intanto sentito una richiesta di aiuto in ebraico, quando l'uomo è uscito nuovamente dall'edificio però un altro soldato gli ha sparato.
Le Forze di difesa israeliane, secondo un ufficiale, negli ultimi giorni nella zona dell'incidente non hanno identificato nemmeno un civile. Le uniche persone con indosso abiti civili erano membri di Hamas, spesso disarmati. Sempre secondo quanto riporta il Times of Israel, gli uomini del movimento estremista prendono armi lasciate in vari edifici e aprono il fuoco contro l'esercito di Israele per fuggire poi di nuovo disarmati. Alcuni civili si rivelano anche essere "attentatori suicidi". Le Forze di difesa israeliane inoltre non hanno mai preso in considerazione la possibilità che ostaggi potessero aggirarsi in una zona teatro di scontri.
Al contempo cresce la rabbia dei parenti degli altri ostaggi, trattenuti a Gaza dall'inizio del conflitto: "Nonostante il grande disastro, nessuno del Gabinetto di guerra ha parlato con le famiglie, nessuno ha spiegato come evitare il prossimo disastro", ha denunciato un loro portavoce.
E nell'ambito degli sforzi per il rilascio degli ostaggi israeliani, trattenuti da Hamas a Gaza, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha avuto un incontro con i vertici militari e dei servizi segreti. Il capo del Mossad, David Barnea, intanto a Oslo ha incontrato il premier del Qatar, Al Thani, proprio per parlare della liberazione degli ostaggi. Secondo il sito israeliano Walla i colloqui sono stati "solo l'inizio" e il processo sarà "lungo, difficile e complicato".
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