Pochi, ricchi e maggiori responsabili dell’inquinamento nel mondo: è il quadro dipinto da un rapporto di Oxfam, associazione che sviluppa progetti per combattere la povertà nel mondo, a pochi giorni dall'inizio della Cop28 sul clima, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai.
Secondo lo studio, ben il 16 per cento di tutte le emissioni prodotte arrivano dalle attività di solo l’un per cento della popolazione mondiale: 77 milioni di persone, tra cui miliardari, milionari e persone pagate più di 140.000 dollari all'anno hanno prodotto più CO2 del 66 per cento della popolazione, quella più povera, e che subisce maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Se infatti l'un per cento più ricco può vivere mitigando le conseguenze degli aumenti della temperature, in aree sicure e protette, le emissioni prodotte, 5,9 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2019, sono responsabili di ripercussioni sulla parte più povera del mondo, che vive in zone non protette e senza la possibilità di sfuggire al caldo e ai disastri ambientali.
Secondo la ricerca, la sofferenza ricade in modo sproporzionato sulle persone che vivono in povertà, sulle comunità etniche emarginate, sui migranti e su donne e ragazze, che vivono e lavorano fuori o in case vulnerabili alle condizioni meteorologiche estreme.
Secondo l’ONU nei paesi in via di sviluppo si verificano il 91 per cento dei decessi legati a condizioni meteorologiche estreme e ci vorrebbero circa 1.500 anni perché qualcuno che si trova nel 99 per cento più povero della popolazione produca tanto carbonio quanto i miliardari più ricchi producono in un anno.
Alessandro Martegani
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