Fra 10 anni i viaggiatori potrebbero salire su un aereo a emissioni zero o comunque molto limitate. È questo l’obiettivo dell’accordo siglato fra la compagnia aerea low cost EasyJet e la Airbus, per avviare un progetto comune su aerei ibridi ed elettrici.
Un’idea che sembrava irrealizzabile fino pochi anni fa, ma che la tecnologia attuale potrebbe a breve consentire: i velivoli, stando alle prime ipotesi, dovrebbero essere impiegati per voli inferiori alle due ore, in un raggio di meno di 600 chilometri nei primi anni, e poi coprire tutti i voli a corto raggio entro i prossimi vent’anni.
EasyJet è la prima compagnia al mondo a puntare dichiaratamente a voli di linea mossi da motori elettrici: due anni fa aveva anche appoggiato una start-up americana, la Wright Electric, che punta a produrre un aereo completamente elettrico; ha introdotto un nuovo modello di velivolo meno inquinante, e ha avviato anche una collaborazione con Rolls Royce e la francese Safran per la ricerca su tecnologie che riducano le emissioni di anidride carbonica dei voli aerei.
In generale, alla luce dell’aumento dei passeggeri, nel mondo si sono moltiplicati gli studi sugli aerei ad alimentazione elettrica. Il problema principale è legato all’autonomia: al momento infatti è ancora lontana l’ipotesi di un aereo che possa percorrere tratte a lungo raggio esclusivamente con motori elettrici.
Nel 2018 la società israeliana Eviation aveva presentato un prototipo di un aereo con tre motori elettrici, ma sarebbe in grado di coprire distanze fino a mille chilometri e trasportare al massimo nove passeggeri.
Alessandro Martegani