“Sia gli abusi, sia la loro copertura, non possono essere più tollerati, e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta una forma di clericalismo mai più accettabile”.
Così la Santa Sede ha considerato conclusa la vicenda che opponeva Papa Francesco a monsignor Carlo Maria Viganò, ex Nunzio in negli Stati Uniti ed esponente dell’ala tradizionalista della Chiesa: un mese fa aveva accusato il Papa di essere stato a conoscenza da anni del caso dell'ex cardinale di Boston Theodore McCarrick, condannato per pedofilia.
Monsignor Viganò era giunto a chiedere le dimissioni di Francesco, accusandolo di non aver riposto alle denunce di abusi su minori che avevano coinvolto McCarrick e di non aver tenuto conto della sanzione ordinata da Papa Benedetto XVI.
Francesco non aveva voluto commentare, ma ora giunge la posizione ufficiale della Santa Sede: “Nel settembre 2017, - si legge in una nota - l'Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta, e il Santo Padre ha disposto in merito un'indagine previa approfondita”. “Nel frattempo - prosegue la nota - poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Papa ha accettato le dimissioni dell'’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio.”
La Santa Sede annuncia poi la volontà di rendere note “a tempo debito, le conclusioni del caso” e conferma che Francesco ha anche chiesto d’integrare le informazioni raccolte “con un ulteriore accurato studio dell'intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l’allora Cardinale McCarrick”.
“La Santa Sede è consapevole che potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l'approccio odierno a tali questioni - conclude la nota -, tuttavia, come ha detto Papa Francesco, seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci”.