Secondo il TSE il presidente uscente Morales ha vinto la corsa alla presidenza con il 47,08 dei voti mentre il suo più diretto avversario Mesa ne ha ottenuti il 36,51 per cento.
Lo hanno riferito fonti di stampa boliviana precisando che di conseguenza il capo dello stato uscente ha ottenuto, sulla base del cento per cento dello spoglio, il 10,57 per cento dei suffragi in più rispetto allo sfidante e quindi, in linea con la costituzione boliviana, ha il diritto di dichiararsi vincitore. La presidente del tribunale Choque ha assicurato che lo scrutinio è avvenuto sulla base di liste di elettori verificate e affidabili, in un processo da cui è stata esclusa qualsiasi ipotesi di brogli, come invece suggerito da diverse parti. Sulla correttezza del processo ha fortemente obiettato l'opposizione, che ha richiesto l'intervento dell'Organizzazione degli Stati Americani. L'OSA ha proposto una revisione dello scrutinio e indicato che qualora il margine di vittoria di Morales fosse stato troppo stretto sarebbe meglio procedere ad un ballottaggio il 15 dicembre prossimo. Questa posizione è stata appoggiata anche dall'Unione Europea e da 4 paesi americani vale a dire Stati Uniti, Argentina, Brasile e Colombia.
Danijel Konestabo