Il mondo politico croato si è ritrovato unanime nel condannare le esclamazioni del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, alla cerimonia alla Foiba di Basovizza. Era pressoché inevitabile che a prendere posizione formalmente fosse anche la diplomazia di Zagabria. Il ministro degli Esteri, Marija Pejčinović Burić ha definito le dichiarazioni di Tajani una "forma inaccettabile di revisionismo storico, specie quando arriva da un alto funzionario che rappresenta il Parlamento europeo“.
Ferma la posizione assunta anche dal premier Andrej Plenković. "Rigetto e condanno energicamente la sua dichiarazione che contiene elementi di revisionismo e pretese territoriali", ha rilevato il premier aggiungendo che il pubblico al quale si rivolgeva Tajani non basta a giustificarlo. I mass media croati hanno ripreso intanto le puntualizzazioni dell'Ufficio di Tajani in cui si rileva che le partole del presidente del Parlamento europeo sono state interpretate erroneamente. Tajani non ha mai detto che l'Istria e la Dalmazia sono parte dell'Italia. Sarebbe assurdo affermare una cosa del genere, hanno rilevato ancora dall'Ufficio ribadendo che l'Istria e la Dalmazia sono chiaramente parte della Croazia. Il presidente del Parlamento europeo, in altri termini, ha parlato riferendosi a un contesto storico esprimendo rammarico per tutte le vittime.
Dario Safitich