Al colloquio con il leader nordcoreano Kim Jong Un, giunto a Vladivostok sul suo treno blindato, è legato, almeno in parte, il destino della guerra in Ucraina.
Kim incontrerà Vladimir Putin, per parlare soprattutto di forniture, provenienti dagli arsenali di Pyongyang, di munizioni e missili anticarro, in cambio di cibo ed energia, ma forse anche di tecnologia per armi e sottomarini nucleari.
Entrambi i paesi sono poi sottoposti a sanzioni da parte dell’Onu e anche questo potrebbe essere un tema del colloquio, il primo fra i due dall’inizio della guerra in Ucraina. Ci saranno due incontri tra le delegazioni russa e nordcoreana, e un faccia a faccia tra i due leader a Vladivostok, dove si sta svolgendo il Forum Economico Orientale.
La conferma dell’incontro non è stata accolta bene in occidente: Washington ha espresso preoccupazione per una cooperazione militare tra la Russia e la Corea del Nord, minacciando nuove sanzioni, e anche il vicepremier e ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha affermato che “la Russia cerca sostegno, anche di tipo militare, e alleati, e si rivolge al peggiore interlocutore possibile, Kim Jong-un. Anche la Cina – ha aggiunto - è preoccupata dall’atteggiamento di Mosca”.
Le posizioni di Stati Uniti e Italia però non sembrano incrinare la determinazione di Putin, che ha ribadito le sue decisioni intervenendo al Forum economico dell’Oriente, criticando anche il sequestro dei beni delle società russe in Occidente: “I Paesi occidentali - ha detto - non si rendono conto gli effetti negativi che questo avrà per loro stessi”.
Sempre in tema di forniture militari rimane in sospeso la fornitura di aerei F16 alla Turchia da parte degli Stati Uniti. La Casa Bianca, nonostante le pressioni della Turchia per ottenere gli aerei, sembra orientata ad attendere la ratifica del parlamento turco sull'allargamento della Nato alla Svezia prima di dare via libera alla fornitura.
Ankara si attende l'invio di 40 aerei e 80 kit per la modernizzazione degli F16 già in dotazione all'aeronautica turca, e lo stesso presidente Erdogan si è detto "seriamente turbato" dalla vicenda, che sarà al centro del prossimo vertice Nato, previsto a New York il 18 settembre.
Alessandro Martegani