In Iran sono state comminate altre tre condanne a morte per le proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini. Sale cosi' a cinque il totale delle condanne alla pena capitale emesse in tre giorni mentre continuano da tre mesi le manifestazioni di piazza e i violenti disordini non si contano piu'. La Corte Rivoluzionaria di Teheran ha emesso un verdetto preliminare di condanna alla pena capitale, potra' essere impugnato, per tre uomini definiti rivoltosi e perturbatori della sicurezza. Sono accusati a vario titolo di avere provocato disordine pubblico, insicurezza nel Paese e di avere causato danni a persone e beni pubblici oltre ad avere appiccato il fuoco al governatorato di una citta'. Lo ha riferito il sito web della magistratura iraniana. Altre persone sono state invece condannate al carcere mentre le persone arrestate dall'inizio delle manifestazioni a meta' settembre sono circa 16 mila. Le condanne sono iniziate a fioccare, con i membri del parlamento che hanno chiesto ai tribunali di intervenire con pene esemplari. Il numero delle vittime delle violenze intanto continua a salire, due persone sono rimaste uccise a Sanandaj. Nella capitale Teheran le forze dell'ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni e armi da fuoco contro i manifestanti, tentando di costringere con minacce i commercianti in sciopero ad aprire i negozi chiusi. Tra le persone arrestate vi sono molti studenti universitari, mentre a oltre 150 studentesse dell'universita' femminile Alzahra e' stato vietato di entrare nell'ateneo. In una dimostrazione le studentesse chiedevano il rilascio di alcune compagne di classe imprigionate.
Franco de Stefani