Foto: EPA
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Nella notte lo Stato ebraico ha lanciato un'offensiva aerea contro la strategica città portuale di Latakia, in Siria. L'attacco, confermato dalle agenzie di stampa e l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha provocato diversi feriti tra i residenti e danni alle infrastrutture. L'obiettivo principale dell'assalto sembra essere stato un deposito di armi, un'azione che sottolinea l'intenzione israeliana di indebolire le forze governative siriane e i loro alleati. L'Organizzazione non governativa ha inoltre segnalato incendi divampati dopo l'abbattimento degli "obiettivi nemici", un'ulteriore conferma dell'intensità dello scontro. Negli ultimi mesi, in particolare da quando Israele ha lanciato la sua invasione terrestre del Libano, gli attacchi aerei si sono intensificati, con l'obiettivo di destabilizzare ulteriormente l'area e di indebolire i suoi avversari, in particolare i gruppi sostenuti dall'Iran, come Hezbollah. Intanto, i caschi blu hanno denunciato Tel Aviv per aver colpito una loro postazione nel sud del Libano. Israele ha però smentito categoricamente qualsiasi ostilità nei confronti delle forze di pace, ma ha imputato a queste ultime una grave negligenza nell'impedire le azioni terroristiche perpetrate da Hezbollah ai danni del territorio israeliano. Secondo il Premier Netanyahu alcuni rappresentanti del movimento libanese si nasconderebbero spesso dietro le postazioni Unifil per lanciare attacchi missilistici. La comunità internazionale intanto continua a chiedere un cessate il fuoco immediato in tutte le zone del Medio Oriente attualmente interessate dal conflitto. In merito alle forze di pace ONU, il Ministro della difesa italiano Guido Crosetto ha criticato gli attacchi di Israele, definiti "rilevanti e gravissimi." Ha infine dichiarato che l'Unifil va maggiormente rafforzato. Lo Stato ebraico, ha detto ancora Crosetto, deve tornare a essere un interlocutore per la pace.