Foto: Reuters
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Fino a nuovo avviso, il sistema di sicurezza di Israele è in allerta per affrontare la cosiddetta "nuvola nera" di un eventuale attacco multiplo in contemporanea da parte di Libano, Iraq, Yemen e Iran. Lo riporta il Jerusalem Post. Secondo le fonti, infatti, Teheran starebbe optando per una "battaglia di logoramento" piuttosto che un'ampia risposta militare. Gli Stati Uniti comunque restano in continuo contatto con l'apparato di sicurezza di Tel Aviv. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, e l'omologo statunitense, Lloyd Austin, nelle ultime settimane hanno parlato al telefono anche due volte al giorno.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante un summit dell'esecutivo di Tel Aviv a porte chiuse, ha intanto detto di aver sentito che "gli alti ranghi politici stanno impedendo all'esercito di fare progressi". "Non è vero", ha aggiunto, ricordando che "l'obiettivo è la vittoria". Sempre secondo il premier, "le forze di difesa israeliane stanno distruggendo Hamas in modo sistematico con l'obiettivo di demolire le capacità militari e governative del movimento, nonché di liberare gli ostaggi".
Tel Aviv ha inoltre ricevuto indicazioni che il nuovo capo politico del movimento estremista palestinese, Yahya Sinwar, è interessato ad un'intesa sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ed il rilascio degli ostaggi. A renderlo noto una fonte di Israele, che ha parlato con Haaretz. Sempre secondo la fonte, ci si chiede ora se il premier Netanyahu voglia un accordo o se aderirà all'ultimatum del ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, esponente di estrema destra, "che ha promesso di ritirarsi dal governo in caso di accordo con Hamas".
Il presidente statunitense, Joe Biden, è convinto che un'intesa sulla tregua a Gaza "è ancora possibile". Lo ha detto nel corso di un'intervista alla CBS. "Il piano che ho messo insieme, approvato dal G7 e dal consiglio di sicurezza Onu, è ancora fattibile", ha spiegato, aggiungendo di stare lavorando "ogni singolo giorno" con tutta la sua "squadra per fare in modo che ciò accada e per evitare l'escalation in una guerra regionale".