"Non c'è per il momento un cessate il fuoco né l'ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri". Così l'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, commentando la notizia secondo cui da stamani sarebbe in atto una tregua concordata tra Stati Uniti, Egitto ed Israele che avrebbe anche portato all'apertura del valico di Rafah con l'Egitto. L'operazione di terra israeliana contro la Striscia, rinviata, sembra poter iniziare comunque a breve: l'esercito ha diffuso un video in cui si dichiara "pronto alla nuova fase".
L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Dilad Erdan, ha affermato che Israele non ha intenzione di rioccupare Gaza. L'intervento di Erdan all'Onu arriva dopo le affermazioni del presidente statunitense, Joe Biden, secondo cui l'occupazione di Gaza sarebbe un "grave errore". "Non abbiamo alcun interesse ad occupare Gaza o a restarci", ha detto l'ambasciatore, "ma poiché stiamo lottando per la nostra sopravvivenza e l'unico modo è annientare Hamas, dovremo fare tutto il necessario per distruggere il loro potenziale".
Il portavoce militare israeliano fa sapere che sono 600.000 i palestinesi che negli ultimi giorni hanno abbandonato le proprie case nel nord della Striscia e a Gaza City, mentre l'Ufficio per i rifugiati palestinesi dell'Onu avverte che gli ospedali di Gaza hanno ancora 24 ore di autonomia di alimentazione elettrica. Israele riferisce di stare evacuando i cittadini dal nord del Paese, lungo il confine con il Libano. "Se Hezbollah compirà un errore per mettere Israele alla prova”, ha ammonito il portavoce dell'esercito israeliano, “la reazione sarà micidiale".
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