Foto: Reuters
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I media libanesi riferiscono di almeno quattro vittime in una serie di attacchi di droni israeliani nel sud del paese. Conferma arriva dalle Forze di Difesa di Tel Aviv che sostengono di aver colpito diversi obiettivi di Hezbollah e di aver abbattuto un bersaglio aereo in transito dal Libano. In riferimento alle sirene di allarme razzi che hanno suonato nella Galilea occidentale, l'esercito afferma di aver lanciato un intercettore contro un obiettivo aereo sospetto, aggiungendo che l'allarme è stato lanciato per paura della caduta di schegge. Tel Aviv sostiene inoltre di aver inferto un nuovo durissimo colpo a Hamas; aerei dell'aeronautica militare avrebbero infatti ucciso Abdel-Zarii, ministro dell'economia dell'organizzazione palestinese, con un ruolo chiave nella gestione dei beni umanitari nella Striscia. Questi scontri a fuoco avvengono mentre si intensificano i timori di un conflitto regionale, con l'Iran e i suoi alleati che hanno promesso di rispondere agli omicidi del leader di Hamas e del leader militare di Hezbollah, attribuiti allo Stato ebraico. Secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken Teheran potrebbe sferrare un massiccio attacco missilistico contro Israele nell'arco delle prossime 48 ore. Washington sarebbe pertanto facendo pressione sul paese affinché riduca l'entità della rappresaglia contro lo Stato ebraico. Impassibile la replica dell'Ministro degli Esteri di Teheran, secondo cui, in base ai principi del diritto internazionale, il Paese avrebbe diritto di punire l'aggressore ed è ciò che ha intenzione di fare. Si esclude intanto il coinvolgimento nel conflitto degli altri attori regionali; l'Egitto ha infatti precisato che non assisterà Israele nel respingere l'attacco iraniano. Nel tentativo di mantenere la propria neutralità e di stemperare le tensioni nella regione il Cairo ha anche notificato a Teheran che chiuderà il proprio spazio aereo a qualsiasi azione militare che possa minacciare la sicurezza della regione.

M.N.